CHIRURGIA ESTETICA
Mastoplastica Additiva
La mastoplastica additiva è l’intervento più frequentemente eseguito assieme alla blefaroplastica, consiste nel determinare un aumento di volume del seno attraverso un posizionamento di una protesi in silicone. Nel corso degli anni la mastoplastica additiva ha subito varie modifica sia per i materiali utilizzati sia per le tecniche di posizionamento; negli anni ’80 le protesi erano rotonde a superficie liscia con all’interno dell’olio di silicone e venivano posizionate sottomuscolarmente per prevenire la temuta contrattura capsulare, i volumi si aggiravano sui 200cc; all’inizio degli anni ’90 le protesi sempre rotonde divennero “rugose” in superficie e si posizionavano perlopiù sottoghiandolari non determinando percentuali elevate di contrattura capsulare proprio per la superficie testurizzata, i volumi cominciavano ad aumentare aggirandosi sui 280 cc; dalla fine degli anni 90 le protesi evolvono diventando anatomiche, con forma a goccia quindi, e trovano la collocazione ideale che ancor oggi usiamo, sotto il muscolo pettorale superiormente e sotto la ghiandola inferiormente in base alla tecnica “dual plane”, le misure continuano a salire con una media attorno ai 350cc.
CHIRURGIA ESTETICA
L’intervento
Le protesi sono garantite a vita dalla casa costruttrice che provvede alla sostituzione se vi sono difetti di costruzione, lo stato “di salute” delle protesi è valutabile attraverso una RMN in ogni momento si renda necessario, la sostituzione non prevede un intervento complesso in quanto basta rimuovere la vecchia protesi e riposizionare la nuova rimodellando se necessario in piccola parte la tasca protesica.
Mastoplastica Additiva:
posizionamento sottomuscolare della protesi
Perché attualmente eseguo solo il posizionamento sottomuscolare delle protesi?
Questa scelta si basa su anni di esperienza in quanto ho notato che le protesi sottoghiandolari, ancor oggi utilizzate da molti chirurghi estetici, recano diverse problematiche. Innanzitutto la loro palpabilità, poiché più superficiali, poi lo scarso controllo della posizione, infatti se la protesi si trova sotto i muscoli, questa è obbligata a rimanere nella sede in cui la posiziono pechè si trova schiacciata tra il muscolo pettorale (medialmente e superiormente) e il muscolo dentato anteriore (lateralmente e inferiormente). Nel caso di una protesi sottoghiandolare questa non ha un limite rigido oltre cui non può andare, e infatti capita spesso che queste pazienti lamentino lo spostamento della protesi in base alla posizione (in piedi, distesa supina o lateralmente). Un’altra cosa importante è il massaggio che il muscolo effettua sulla protesi con la sua contrazione, tale da ridurre il rischio delle temute contratture capsulari. Le protesi che utilizzo sono quasi esclusivamente anatomiche, cioè a goccia, perché donano un aspetto più naturale possibile al seno. I casi eccezionali sono rappresentati dalle culturiste che con il loro potente muscolo pettorale riescono a schiacciare la porzione superiore della protesi rotonda tale da conferirle una forma anatomica. Di converso l’intervento risulta più complesso, ed è il motivo per cui molti chirurghi preferiscono la posizione sottoghiandolare, ma il risultato è nettamente migliore. Dal lontano 1998 iniziai a utilizzare esclusivamente questa tecnica che tuttora rappresenta la scelta più adatta, ovvero il “gold standard”, della mastoplastica additiva.